Romilda
Un film scritto da
Cristina Sbacchi, Alessandra Cataleta
e T. Lusena de Sarmiento
La Sicilia è una terra enigmatica e mistica. Negli scorci naturali e nella florida vegetazione delle Madonie, il sodalizio tra persone e natura ha percorso i secoli, in un continuo alternarsi di amore e sacrificio. Quella di ROMILDA è la favola della donna che, più di un secolo fa, salvò la pianta della manna dall’estinzione.
Figlia di contadini produttori di manna nella contrada Malia, a Castelbuono, un infelice matrimonio la allontana dai suoi luoghi d'infanzia e, col passare degli anni, la donna si ammala di nostalgia. Da sempre però Romilda sviluppa un legame intimo e poetico con la natura, tanto che si narra parlasse con le api e con “la cattedrale”, la più grande e anziana pianta di manna della contrada.
Il film ha inizio durante uno dei suoi rituali notturni, una sorta di cerimonia della fertilità in mezzo ai frassini.
Ma Romilda è esistita davvero? Il suo spirito vaga ancora per queste terre? L’ostinata e logorante attesa della pregiata resina che fluisce dai frassini è la sua eredità spirituale? Oppure è l’ossessione collettiva di chi nasce e cresce in questi luoghi, un sindrome da molti ribattezzata “mannite”?
MARIO (45), NICOLETTA (40), GIULIO (71) e GABRIELE (22) abitano tra Castelbuono e Pollina. Giulio, ad oggi, è il massimo esperto di manna sul territorio, nonché figura di riferimento per tutti i giovani frassinicoltori come Mario che invece conosce ogni sentiero e paesaggio come le sue tasche.
Nicoletta, addestratrice di falconi e mangiatrice di fuoco, ha negli occhi l'inquietudine di chi è da sempre in bilico tra fuggire e restare. Gabriele è un giovanissimo pastore di pecore, così come lo era stato suo nonno.
Osservando le loro vite nella quotidianità e nel rapporto con le pratiche legate a quella fragile natura, messa continuamente a rischio dai cambiamenti climatici, il film tenta di rievocare la leggenda di Romilda, mescolando la realtà alla finzione.
Giulio e Gabriele ne conoscono la storia tramandata dal racconto dei loro avi, mentre Mario e Nicoletta sembrano avvertirne la presenza; lo spirito della donna, perennemente incinta, si aggira tra i vicoli, le processioni di paese, i corsi d’acqua e i boschi che definiscono il patrimonio storico e naturale di una comunità che, da sempre, ha legato la propria esistenza alla manna e che oggi teme per la sua sopravvivenza. Sulle tracce di Romilda, Mario e Nicoletta si accorgono di un fatto straordinario: sul tronco di un frassino sono incise delle parole come in un diario segreto. Nel ridare vita a quegli alberi chissà che la donna non abbia anche scritto la propria storia sulla loro corteccia.
È così che le quattro vite dei protagonisti si mescolano ai racconti degli anziani e alle sbiadite immagini di un passato rigoglioso, alla ricerca di Romilda e della sua “eredità”. Ricerca che forse non è altro che l’attesa e la speranza di un’ estate che mantenga le sue promesse e che faccia tornare la manna.
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